Sicura ed ecosostenibile sotto ogni aspetto: potrebbe non sembrare una rivoluzione, ma l’auto del futuro è già per strada, come emerge dal sondaggio condotto da YouGov per Faurecia Clarion Electronics
La sicurezza prima di tutto
Il sondaggio è stato condotto in Francia, Regno Unito, Germania e Italia e in tutti i quattro i Paesi è emerso che la priorità è sicuramente la sicurezza. In Italia, Germania e Francia la sicurezza è la caratteristica predominante, con il 36% delle risposte, mentre nel Regno Unito rappresenta addirittura il 47%. In termini di innovazioni auspicate, i quattro Paesi convengono sulla necessità di una funzione in grado di anticipare il pericolo (Francia 56%, Germania 50%, Italia 48% e Regno Unito 45%, dove per i britannici sembra che l’intelligenza artificiale sia un aspetto meno importante).
Allo stesso tempo, gli europei sembrano apprezzare i vantaggi offerti dall’auto connessa, che condivide informazioni con l’ambiente circostante, ad esempio, per trovare un parcheggio nelle zone trafficate, adattare il percorso in base al traffico in tempo reale e così via. I francesi e gli italiani sembrano più predisposti ad accettare tali innovazioni: a più di 8 italiani su 10 piace l’idea di un’auto connessa (83%) e tale opinione è condivisa dalla grande maggioranza dei francesi (71%). In Francia, tale percentuale arriva al 75% tra i parigini e al 79% tra gli studenti. Tuttavia, tra gli automobilisti in Europa che hanno partecipato al sondaggio, solo il 3% pensa che la connettività sia la caratteristica più importante dell’auto del futuro.
Il successo dell’auto autonoma è ancora da confermare. Ad oggi, il 28% degli intervistati esprime un chiaro atteggiamento positivo verso questa soluzione e l’Italia è in prima linea con il 46% a favore. Il 40% di chi non possiede un’auto d’altra parte è aperto verso tale innovazione e questo rappresenta un chiaro cambiamento culturale nella nostra relazione con l’auto, evidenziando la dimensione sociale dell’argomento.
“Anticipare i pericoli sulla strada, avvisare i soccorsi in caso di incidente, parcheggiare in maniera autonoma ed eseguire manovre senza l’intervento del conducente… La risposta degli europei è chiara: l’auto del futuro deve soprattutto garantire una maggiore sicurezza. Tali aspirazioni sembrano tuttavia suggerire una mancanza di conoscenza dei sistemi di assistenza alla guida già disponibili sul mercato. Quando si parla di auto autonoma del futuro, spesso si tende a dimenticare le funzioni di sicurezza già disponibili ai livelli più bassi di autonomia. Patrick Koller, CEO di Faurecia, lo ha già fatto notare: «Il passaggio verso i veicoli autonomi sarà graduale». Infatti, piuttosto che parlare di una rivoluzione delle auto, siamo impegnati a lavorare sulla loro evoluzione: la tecnologia messa a disposizione ha valore solo se conosciuta, compresa, accettata e utilizzata. Serve del tempo per creare un futuro sostenibile” spiega Sébastien Brame, Senior Manager di Faurecia Clarion Electronics.
L’ecosostenibilità è più importante del prezzo
Il sondaggio conferma la presa di coscienza ambientale degli europei. Per il 30% degli intervistati italiani, il 24% di francesi e tedeschi e il 23% degli inglesi, la caratteristica più importante dell’auto del futuro è il suo impatto ambientale, rispetto ad appena il 14% (media dei quattro Paesi che hanno partecipato al sondaggio) che pensa che debba essere innanzitutto e soprattutto economica. Questo aspetto è persino più importante per le giovani generazioni: per esempio gli intervistati francesi nella fascia di età 18-24 mettono la eco-sostenibilità addirittura prima della sicurezza. Gli italiani, in ogni fascia d’età, antepongono la sicurezza (36%), all’ecologia (30%).
“I dati parlano da soli: l’ecosostenibilità è importante per gli europei. Dal sondaggio emerge inoltre che mentre l’ecosostenibilità è importante per i giovani, lo è ancor di più per chi non possiede un’auto (34% rispetto al 22% dei proprietari di auto). Questo dimostra che il tipo di cambiamento che auspichiamo nelle auto non è solo di interesse per i conducenti ma fa parte di un più ampio cambiamento sociale” analizza Sébastien Brame.
Il comfort a bordo è solamente una chimera?
Il 12% degli intervistati italiani ha dichiarato che la propria auto dovrebbe essere comoda come casa, mentre il 18% sostiene che gli interni dovrebbero adattarsi alle esigenze del conducente. Il comfort pertanto si posiziona dietro la sicurezza e l’ecosostenibilità. Allo stesso tempo, in Italia il 54% accoglierebbe con entusiasmo l’idea di stare in auto sentendosi come a casa propria. Una grande percentuale degli intervistati (32%) ha dichiarato di non avere alcuna opinione sull’argomento. Forse gli interni dell’auto del futuro sono ancora un’idea troppo vaga per il pubblico generale?
“Il comfort offerto ai passeggeri dovrebbe essere un fattore sempre più importante per le generazioni future. La società desidera comfort ed esperienze personalizzate e tale evoluzione nelle richieste delle persone, unitamente agli sviluppi tecnologici, porterà allo sviluppo di un nuovo tipo di interni dell’auto. L’auto è stata inventata più di 100 anni fa! Gli interni del futuro richiederanno quindi tempo per prendere forma. Ma sarà necessario più di un approccio focalizzato solo sui sedili, ad esempio: anche il comfort sarà intelligente, il posto di guida diventerà l’elemento pensante che gestisce e ottimizza l’esperienza dell’utente dell’auto fin nei più piccoli dettagli.” prevede Sébastien Brame.
Il car-sharing, una pratica poco diffusa
Il car-sharing è un concetto spesso associato all’auto del futuro e nonostante una grande copertura mediatica, rimane una pratica marginale in Italia e negli altri Paesi coinvolti nel sondaggio. Solo il 7% degli intervistati italiani lo indica tra le tre più importanti caratteristiche dell’auto del futuro, arrivando a un picco tra l’8 e il 9% per quelli più entusiasti, anche nelle grandi città. E tenere un’auto di riserva da utilizzare in caso di guasto della principale? Continuerà a essere un modello sistematico di consumo? Anche tale modello sarà influenzato dall’evoluzione delle nostre mentalità e delle nostre società. In definitiva sarà l’automobilista ad avere l’ultima parola.
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