Quando il mondo degli oggetti connessi si estende anche agli edifici e all’ambiente circostante, i vantaggi possono essere notevoli. Il mercato dello smart building è in continua crescita spinto dall’evoluzione delle tecnologie IoT e della sicurezza combinate fra loro.
Quando si parla di smart building non ci si riferisce soltanto alla domotica dell’abitazione: accendere le luci, abbassare la temperatura, sorvegliare l’entrata, ecc… Il discorso è molto più ampio. Possiamo notare come negli ultimi anni nelle città si stiano trasformando moltissime aree dismesse grazie a interessanti progetti di riqualificazione. Il nuovo approccio delle costruzioni segue l’esigenza di avere edifici e aree smart, anche se gli aspetti migliorativi, come anche quelli da migliorare, sono ancora tanti. Sicuramente la caratteristica principale da cui un nuovo edificio, ufficio o abitazione che sia, non può più prescindere è il fattore energetico. Si parla sempre di sostenibilità riferita alla costante ricerca di consumi sempre più ridotti, così come emissioni più basse e valori contenuti di dispersione. Il concetto di edificio intelligente si fonde con l’automatizzazione, che comprende sistemi di gestione computerizzati che si occupano autonomamente del controllo della struttura e di intervenire, se necessario, per sistemare la situazione. Consumi primari, sorveglianza, sistemi di sicurezza e prevenzione come anche gestione delle energie rinnovabili prodotte, di cui un edificio può essere dotato, sono tutti parametri che rientrano nella gestione intelligente.
Il mercato Smart Building in cifre
Da un rapporto presentato da Energy & Strategy Group della School of Management del Politecnico di Milano, emergono i volumi di affari di questo settore: 3,6 miliardi di Euro nel 2018 con stime di crescita del 30%. La strada da percorrere è ancora molto lunga, e purtroppo gli ostacoli da superare sono molti e non fanno bene all’attuale situazione di ristagno italiana. I futuri programmi di riqualificazione urbana avranno la necessità di investimenti in campo di efficienza energetica e digitalizzazione e questa sarà una grande occasione per dare nuovo ossigeno alla nostra economia, poiché si creeranno molte possibilità sia per le imprese edili sia per le PMI. Come detto la priorità delle nuove costruzioni è il controllo energetico e, proprio per questo, è necessario tener conto che un nuovo edificio dovrà prevedere un pacchetto innovativo sempre in ottica smart. Le previsioni di crescita potranno inoltre favorire l’espansione (e l’occupazione) di questo settore, a conferma della continua evoluzione e trasformazione del mercato del lavoro.
Se è smart migliora la qualità dell’aria?
Il concetto di edificio intelligente non è sicuramente nuovo ma è molto importante poiché, tra i diversi obiettivi finali che lo smart building si propone di raggiungere, troviamo quello di abbattere, soprattutto nei centri urbani, le emissioni per poter aumentare il livello di qualità ambientale. Gli edifici e abitazioni sono la prima fonte di consumo ed emissioni; in ambito europeo l’energia utilizzata è pari al 40% mentre le emissioni raggiungono il 36%. E in Italia? Il rapporto qualità ambiente di ISPRA mostra quanto le emissioni degli edifici ricoprono la porzione più grande del totale. Mettendo a confronto i dati riferiti al decennio 2005-2015, è possibile notare che, sebbene il livello totale delle emissioni di PM10 sia diminuito del 19%, ossia da 45mila tonnellate a 36mila tonnellate, i riscaldamenti invece hanno avuto una tendenza inversa crescendo dalle iniziali 14mila tonnellate fino a quasi 22mila tonnellate. Consideriamo anche gli eventi che hanno caratterizzato quel periodo, in particolare la crisi del 2008, che hanno abbassato di non poco le emissioni di autotrasporti e industria. C’è da aggiungere poi, che in passato, sono state prese decisioni drastiche che hanno portato importanti cambiamenti: dal riscaldamento a combustibile pesante si è passati a quello gassoso, completando la trasformazione con le valvole termostatiche di ultima generazione e smart metering per il controllo delle calorie utilizzate. Tuttavia dalle cifre del rapporto pare che i provvedimenti presi non abbiano sortito gli effetti auspicati. La speranza è che gli edifici intelligenti possano rappresentare lo strumento migliore per far fronte a questa problematica che, non ancora risolta, causa notevoli ripercussioni sui centri urbani, qualità dell’aria in primis.
I dati da gestire: mancano ancora le strutture
Ogni dispositivo connesso produce una certa quantità di dati che, sommati agli altri dispositivi presenti negli smart building generano una mole notevole di informazioni che deve essere poi gestita. Il 2019 avrebbe dovuto essere l’anno del 5G che a sua volta avrebbe dovuto dare il via a nuove reti più capienti, ma così non è stato. Ciò ha rappresentato un ulteriore freno alla diffusione della tecnologia smart per gli edifici. Le infrastrutture dedicate alla gestione e trasmissione dei dati si stanno rivelando urgentemente indispensabili poiché, smart building a parte, l’industria sta implementando l’IoT, e le telecomunicazioni necessitano di collegamenti sempre più rapidi. Tutto sta spingendo per continuare la trasformazione nel mondo connesso. Oramai gli impianti pilota 5G nelle città italiane hanno concluso tutti i test necessari: ora è il momento di partire.
Sicurezza negli edifici intelligenti: attenzione ai dati!
Anche la sicurezza è un aspetto che rientra nella filosofia smart building. Oggi vogliamo sentirci sicuri in ogni luogo, affidandoci all’occhio dei sistemi di videosorveglianza, così come ai sistemi antincendio. Come già citato l’IoT è la tecnologia che permette lo sviluppo congiunto di sorveglianza e sistemi di prevenzione. Tramite le connessioni più veloci potremo avere un elevato livello di controllo delle strutture e riuscire a prevenire inconvenienti come ad esempio un allagamento, fino ad arrivare alla circoscrizione di un incendio in breve tempo. Tutto questo controllo può far storcere il naso a chi è contro il “grande fratello” ed è fermo sostenitore della libertà ed in un certo senso questi timori possono essere giustificati. Se si parla di videosorveglianza non si può non pensare al discorso privacy che rappresenta un aspetto molto delicato in cui probabilmente non tutti gli addetti ai lavori riescono a destreggiarsi, conciliando sistemi e normative. L’altro aspetto è la grande mole di dati che gli smart building producono e che possono essere oggetto di cyber attacchi con conseguenti violazioni della privacy e furto di identità e dati personali dei cittadini.
Conclusioni
Ben vengano le aree riqualificate nelle città, così come tutte le nuove strutture pensate per essere intelligenti. Effettivamente i benefici e le nostre comodità non possono che aumentare se si può usufruire di tutte le applicazioni che sono state sviluppate negli ultimi anni. Ci si augura, seppur con qualche timore, che tutto questo mondo connesso non ci si ritorca contro, non per la sua natura ancora vulnerabile, ma per le mancate precauzioni prese per ridurre i possibili inconvenienti o conseguenze gravi che possono manifestarsi. Il settore smart building deve tenere conto di queste esigenze, occorre ancora del tempo per poter vedere i prodotti collaudati e sicuri e la continua ricerca e formazione delle aziende coinvolte sono l’unico strumento che possa garantire affidabilità e funzionalità.