Si parla moltissimo di robotica e automazione come strumenti per raggiungere i nuovi modelli di business industriali, ma c’è una componente che sta cambiando davvero il panorama dei mercati e dell’economia mondiale: l’intelligenza artificiale (IA). Si sta consolidando il modello di business che si era delineato nel decennio passato che ha spostato i cardini della generazione di valore: la produzione di beni fisici ha ceduto il passo all’erogazione di servizi. L’ IA sta ridisegnando le regole facendo diventare tutto in un colpo obsoleti i modelli economici che hanno governato per oltre un secolo. Oggi esistono moltissimi esempi di come per “essere sul mercato” non necessariamente bisogna essere massicci produttori di beni a basso costo e alto margine.
Dalla mobilità all’automazione passando per casa nostra.
Per fare un esempio, UBER ha investito moltissimo nello sviluppo di vetture a guida autonoma ma non si è mai preoccupata di produrle. Le case automobilistiche su questo esempio hanno a loro volta investito sullo sviluppo delle vetture a guida autonoma. Lo scorso febbraio infatti due rivali storici nel mondo delle vetture hanno fatto una joint venture per i servizi di mobilità: Daimler e BMW. I due colossi tedeschi hanno già compreso che il futuro non sarà più legato alla sola vendita del bene fisico, ma da un servizio di trasporto erogato dai loro stessi prodotti, integrati da sistemi digitali ed IA che potranno analizzare, interpretare ed esaudire ogni esigenza del cliente. Anche nell’automazione si sta registrando il boom dei system integrator piuttosto che il proliferare di produttori, per quale motivo? Perché le richieste del mercato si stanno orientando non più sulla produzione ma sul servizio personalizzato per le specifiche richieste, infatti molti produttori stanno proponendo i loro beni come servizio. Ecco che emergono tutti quei player che coniugano al meglio il prodotto con la tecnologia impiegata, non più beni fisici quindi, ma servizi personalizzati, ed è qui che sta la vera differenza. È l’utilizzo di prodotti disponibili sul mercato e adattati per erogare un servizio che genera valore. Sembra che l’IA sia la novità assoluta, però a voler ben vedere esempi di AI nel nostro vivere quotidiano ci sono già da molti anni: centraline domotiche interattive, sistemi di antintrusione o antincendio che vedono, pensano e agiscono in modo autonomo, valutando di volta in volta le situazioni e imparando dalle esperienze. Se vogliamo andare sul semplice, tutti noi già utilizziamo l’IA da tempo: SIRI e Cortana o la più recente Alexa.
L’ IA è intelligente se è usata intelligentemente
L’ IA non è solo circoscritta ad alcuni settori specifici, ma è in continuo sviluppo per ogni attività. La si può trovare nel turismo come nel medicale o finanziario. Poniamo l’esempio di un commercialista che, nei periodi “caldi” di compilazione delle dichiarazioni redditi, si trovi a far fronte a un gran numero di domande da parte dei clienti. Sarà probabile che su migliaia di richieste saranno più volte presenti le stesse domande; ecco che l’IA può essere predisposta per gestire la fase preliminare, rispondendo alle FAQ e permettere al commercialista di impiegare il tempo risparmiato per rivolgere maggior attenzione ai flussi più importanti come anche dedicare al cliente più tempo rispetto a quanto fatto in passato. Questo principio è applicato in tutti i settori che sono passati dal fisico al digitale: come il settore logistico sfrutta i cobot per assolvere i compiti di più basso valore, moltissimi servizi utilizzeranno l’IA per concentrarsi su aspetti più importanti dove il valore umano fa la differenza. Si potrà dare un’impronta distintiva e personalizzata alla propria realtà con le nuove tecnologie per migliorare i servizi riducendo le distanze che sovente esistono fra azienda e cliente.
Dalla generazione di valore all’autodistruzione?
La logica conseguenza a fronte della rivoluzione digitale è riflettere se questo modello futuro sarà in grado di utilizzare l’IA in modo benevolo etico ed equo. I pericoli e le minacce di un possibile utilizzo improprio potrebbero essere devastanti. Lo sviluppo dell’IA senza regole potrebbe portare ad avere negli anni sistemi e reti che si autogovernano senza che l’uomo possa minimamente interagire. Lo svantaggio di avere software sempre più sofisticati ed autonomi è quello che l’essere umano, ragionando molto più lentamente rispetto ai sistemi stessi, non riesca più ad interagire con loro e governarli, arrivando ad una situazione incontrollabile. L’ IA può generare valore riducendo i costi di gestione, ma questo vantaggio può essere utilizzato nel modo sbagliato, ossia ridurre solamente i costi (e le risorse) aumentando i margini. Le nuove tecnologie non devono essere utilizzate per ridare linfa ai vecchi modelli economici; si rischierebbe di progredire nei servizi ritornando però indietro di anni per i valori etici. Anche il rischio di spersonalizzazione dei servizi sarebbe altissimo qualora l’IA sia sfruttata male: non avendo più un interlocutore fisico si ridurrebbe il tutto ad un asettico sistema che acquisisce soltanto i dati e la percezione finale non sarebbe più quella di un valore aggiunto dato dal servizio migliore ma di fredda tecnologia applicata alla sola riduzione dei costi. Se si applicasse interamente l’IA a qualunque mansione che può essere tradotta in un pacchetto matematico si otterrebbe la scomparsa di molte figure professionali ma non la nascita di altre, e le poche altre rimaste potrebbero creare fortissimo scompenso con conseguenze economiche che si possono facilmente immaginare; alla lunga avremo servizi eccellenti ed economici ma che ben pochi potrebbero utilizzare.
Conclusioni
L’intelligenza (in questo caso non artificiale) sta proprio nell’utilizzo corretto di ogni cosa per contribuire a generare qualcosa di positivo. L’ IA può essere paragonata a un cuscino: il cuscino è buono o cattivo? Nessuna delle due opzioni: perché può essere utilizzato per dormire o uccidere. Auspichiamo quindi nella creazione di nuovi modelli di business, come anche nella semplificazione e miglioramento della nostra qualità di vita. Va sempre ricordato che alla base di tutto ci deve essere sempre l’uomo con i suoi errori e con la sua fallibilità. L’ IA non dovrà mai sostituirci, ma aiutarci, poiché la nostra percezione ed empatia saranno sempre caratteristiche che ci distinguono, mai paragonabili a un sistema intelligente che sia più o meno sofisticato.